Negli ultimi decenni c’è stato un crescente interesse verso forme di psicoterapia cosiddette brevi, ovvero focalizzate su un obiettivo specifico molto ben definito e circoscritto. Anche nell’ambito psicodinamico si è assistito a un dibattito scientifico che ha contribuito allo sviluppo di modelli teorici che fanno da riferimento per gli psicologi e psicoterapeuti nello svolgimento dell’attività clinica.
La psicoterapia breve è consigliata quando il paziente presenta una buona capacità di insight, un buon funzionamento dell’Io, una discreta motivazione a conoscere sé stesso e la capacità di tollerare l’ansia.
Inoltre, il paziente deve essere interessato a lavorare su una tematica specifica, che diventa il focus della psicoterapia breve. Tuttavia, nonostante la psicoterapia si possa definire “breve”, non si può definire a priori la durata dell’intervento, ma si possono concordare un numero di sedute come cornice approssimativa del lavoro che si andrà a intraprendere, per poi valutare la qualità del lavoro svolto e stabilire la conclusione della relazione psicoterapeutica.
La psicoterapia breve è controindicata se il paziente non è in grado di circoscrivere il proprio problema a un tema focale ed è altamente sconsigliata se il paziente soffre di un disturbo di personalità, per il quale è certamente indicata una psicoterapia psicoanalitica con la struttura classica e metodo rigoroso.