I pazienti paranoidi, in alcuni casi, potrebbero diventare violenti. Per prevenire eventuali condotte aggressive potrebbe essere utile tener presente alcune indicazioni.

Evitare di accrescere ulteriormente la sospettosità del paziente spiegando al soggetto le proprie riflessioni e i propri pensieri; può essere utile parlare lentamente, con calma e attenzione. Gli psicologi e psicoterapeuti, e più in generale tutte le persone che non hanno una relazione stretta con il paziente, dovrebbero evitare di avere un atteggiamento apertamente amichevole, perché ciò sarebbe in netto contrasto con l’abituale esperienza di questi individui, e questo potrebbe alimentare ulteriormente il loro sospetto.

E’ molto importante aiutare il soggetto a mantenere un senso di controllo sulla relazione, in modo che non si spaventi. Per non alimentare i suoi timori è importante che l’interlocutore non manifesti di aver paura, poiché questo potrebbe avere l’effetto di innescare un’escalation di tensione.
In alcuni casi può essere utile incoraggiare il paziente a parlare della propria rabbia in modo esaustivo, e delle eventuali conseguenze provocate da un’eventuale reazione violenta.

Infine, può essere utile tener conto del fatto che il paziente paranoico potrebbe vivere in modo minaccioso la vicinanza fisica, o il contatto fisico, anche quello più benevolo. Ovviamente, nei casi più complessi, è indicato non sedersi troppo vicini ed evitare il contatto fisico.
La gestione dell’interazione con il paziente paranoide, dunque, è molto complessa perché necessita di scrupolose attenzioni, che non devono sfociare in un atteggiamento troppo “artificioso”, per non sortire gli effetti contrari a quelli desiderati. Gli psicologi, psicoterapeuti, psichiatri e operatori sanitari della salute mentale sono preparati alla gestione di queste dinamiche relazionali.

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